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Selva, toponimo bello, accattivante e ricco di aspettative. Dal latino classico silva, foresta, bosco selvatico: non sacro. La Romagna è ricca di Selve: nelle valli del Montone e del Sillaro, Le Selve a Tossignano, Selva Grossa a San Leo, Selbagnone a Forlimpopoli, Selva a Faenza. Selva a Forlì.
Sulla Descriptio Romandiole redatta dal cardinale Anglic nel 1371, la nostra Selva è citata addirittura come Sylve Fuschorum e conta, assieme a alla parte di Ronco che sta oltre il fiume, appena 7 nuclei abitativi in grado di pagare tasse. San Leonardo ne aveva 29, Fornò 21. Una zona decisamente selvatica quindi, buia, impraticabile, fosca.
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Il quartiere Selva appartiene ad un’area che ha mantenuto nei secoli una grande memoria toponomastica. Leggere oggi, con occhio guidato, la mappa di quel territorio è come osservare la fotografia di un antico e immenso bosco, vario e meraviglioso. Vario ma continuo. Mettiamoli in fila quei toponimi tanto significativi, partendo dal viale Roma, spostandoci verso nord-est: innanzitutto Selva, quindi Fornò, Carpinello, e più ad ovest borgo Sisa. E da viale Roma verso sud-ovest: Ronco, Carpena, Farazzano, la Monda, San Lorenzo in Noceto… Per meglio capirli è necessario dare un’occhiata alla loro scheda.
Qualcuno ipotizza che la Selva forlivese facesse parte dell’antica e leggendaria Selva Litana, teatro di una delle più incredibili e famose battaglie che l’antichità ricordi. La foresta della Gallia Cisalpina dove i Boi sconfissero Postumio Albino nel 215 a. C.
Voci correlate al quartiere Selva.