La Villa Sancti Laurentii, che nel 1371 contava 20 focolari, o meglio 20 famiglie “contribuenti”, aveva assunto il nome dalla chiesa presente sul territorio.
Leggiamo su La Madonna del Fuoco, periodico pubblicato all’inizio del ‘900 e conservato presso la biblioteca civica: San Lorenzo, come Chiesa plebale è certo la più antica fra le circostanti. Essa è vicina alla Pieve di Collina e dovette sorgere per tenere intatti i confini, perché i diocesiani forlivesi non dovessero ricorrere all’altra Pieve che era di Forlimpopoli… Le memorie storiche non ci portano più in là dei tempi del Vescovo Teodorico che pontificò dal 1090 al 1100 incirca e pare facesse dono della Pieve colle sue dipendenze al Benedettini di Fiumana…
L’attuale chiesa poggia sull’antica muratura. L’ultimo intervento edilizio di sistemazione a cui è stata sottoposta è degli anni ’70.
Ma chi era Lorenzo? L’imperatore Valeriano fece catturate Lorenzo, arcidiacono di Roma di origine spagnola, che custodiva il tesoro della Chiesa destinato ai poveri. Ma, stando a quanto si legge negli Atti del suo martirio – spiega l’Atlante della Storia della Chiesa – Lorenzo avrebbe mostrato a Valeriano un gruppo di poveri dicendo: “Eccoli, i nostri tesori! Non diminuiscono mai, fruttano sempre e si possono trovare ovunque!” Lorenzo finì sui carboni ardenti, ma non fece un lamento, e anzi, stando al racconto lasciatoci dell’evento, avrebbe chiesto ai suoi carnefici di essere rivoltato, perché da una parte era già cotto: secondo la tradizione era il 10 agosto del 258. Il santo viene rappresentato col simbolo del suo martirio: una graticola.
Completa il nome del quartiere un fitotoponimo. In Villa San Lorenzo doveva infatti essere presente un rigoglioso noceto: una coltura di alberi che caratterizzò per ricchezza o particolarità la nostra località.
Infine una curiosità che leggiamo ancora su La Madonna del Fuoco: Merita speciale menzione il privilegio di Federico I che dava al Vescovo di Forlì la signoria di Colmano, Castiglione, Sadurano, San Lorenzo, Averno, privilegio confermato da Enrico VI con diplomi autentici dei quali si conserva copia nell’archivio capitolare. Su base di queste condizioni il Vescovo può anche al presente fregiarsi di tali titoli. Il Vescovo di Forlì è quindi anche Signore di San Lorenzo in Noceto.
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