


L’origine del toponimo è chiara: Ronco deriva dal latino runcare, mettere a coltura, quindi roncolare, diserbare, tagliare le piante con la roncola. Ma ronco è anche terreno scassato e divelto. Bosco dissodato. Numerose sono le presenze in Italia: Ronco (Faenza), Roncaccio (Montecatini), Ronconi e Selva (Montepulciano), Roncaglia (Casale Monferrato), Roncadello (Forlì) e molte altre. E’ quindi il fiume (fiume Ronco) ad avere assunto il nome del luogo che attraversa, e non il contrario, come molti pensano.
Analizziamo la mappa del territorio forlivese seguendo il corso del fiume Ronco. Ai confini con Meldola, sulle ultime tracce collinari, troviamo Scardavilla, famosa per il suo bosco di querce, poi Farazzano, ancora querceto, quindi la pianura con Carpena, antica terra di carpini, e Ronco. Oltrepassando la via Emilia, incontriamo subito La Selva, citata nel 1371 come Sylve Fuschorum, e di seguito Carpinello. Una distesa infinita di alberi. E non dimentichiamo Forniolo e Rotta le cui interpretazioni toponomastiche lasciano spazi alla presenza di alberi.
Riportiamo, come curiosità, anche una bella nota popolare: un’interpretazione del toponimo Grotta, località del territorio del Ronco. L’idea di grotta è quella di un tunnel creato dal tracciato di un rio, che scorre verso il fiume, sotto i rami di una fitta ed intricata vegetazione. Una specie di galleria. Una grotta. Non c’è bisogno d’altro. L’immagine della zona in esame è estremamente chiara. E ancor più chiaro è il consistente intervento a suon di roncola effettuato sul territorio per renderlo disponibile alle colture.
Il fiume, da parte sua, non dà l’idea di essere troppo sicuro di sé, ma di adattarsi alle situazioni. Sulla parte alta è doppio e si chiama Bidente, nella parte bassa è singolo ed è il Ronco, in prossimità di Ravenna diventa Fiumi Uniti assieme al Montone. Per un certo periodo si è chiamato Acquedotto, anzi Aqueductus, per alcuni è l’antico Vitis, per altri il Bedese. A Forlì prese quel nome perché attraversava zone dissodate a roncola.
Ma parliamo di un’altra interpretazione del toponimo. Meno scoppiettante, ma comunque interessante, curiosa e con un fondo logico. Saccheggiando il Dizionario Palazzi scopriamo che ronco (toscano) significa anche vicolo cieco, dal latino runco. Essere nel ronco, vuol quindi dire trovarsi su una strada senza uscita. E quante volte, nei secoli, quella strada è apparsa senza uscita agli antichi forlivesi? Contro un fiume. Senza ponte. E con le Sylve Fuschorum tutte attorno. Interessante. Ma la letteratura ci parla di roncole.

Voci correlate al quartiere Ronco:
Il piroscafo Principe Umberto e i caduti forlivesi