DA VIALE BENITO MUSSOLINI A VIALE DELLA LIBERTA’

di Marino Mambelli

Forlì, viale Benito Mussolini da poco completato. Cartolina spedita nel 1934. Raccolta privata.

Della Libertà: nome attribuito al viale in contrapposizione alle precedenti denominazioni. Libertà: facoltà di vivere liberamente, di lavorare, di agire, di professare una religione… Libertà: mancanza di impedimenti, autodeterminazione, autonomia, indipendenza, facoltà, possibilità, potere decisionale…Latino libertas: stato o condizione di uomo libero.

Il viale venne costruito nel 1927 su disegno degli ingegneri Luigi Donzelli e Pietro Marconi – scrive Ettore Casadei sulla sua famosa guida del 1928 “anno VI” -. Misura circa m. 650 di lunghezza e m. 40 di larghezza ed ha quattro marciapiedi o viali per pedoni… Lungo i lati del viale e nei pressi della Stazione dovranno sorgere nuovi ed eleganti edifici che daranno un’impronta di modernità al nostro paese. Forlì – continua Casadei – volle giustamente dedicare questo magnifico viale al suo Grande Figlio Benito Mussolini, Duce del Fascismo e capo del Governo Nazionale. In origine fu quindi chiamato viale Benito Mussolini.

Sorsero anche i nuovi ed eleganti edifici: la scuola elementare Rosa Maltoni Mussolini (oggi De Amicis) dell’ingegner Fuzzi di Forlì, la celebrata GIL (ONB) di Cesare Valle, le case INCIS (Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato) di Paolo Angella, e molti altri. Tutti rigorosamente “eleganti”. Per mantenere il livello estetico ci furono addirittura interventi della Commissione edilizia che chiese maggiore accuratezza nella realizzazione delle case economiche destinate ai postelegrafonici e ai ferrovieri.

Viale XXVIII ottobre a Forlì. In primo piano la fontana con il fascio littorio colpita dai bombardamenti del 1944. Cartolina spedita nel 1942. Raccolta privata.

Nella seduta del 30 gennaio 1935 della Commissione Comunale Toponomastica il presidente espose all’assemblea che: per tassativa disposizione di S. E. il Capo del Governo comunicata in questi giorni da S. E. il Prefetto, nessuna via, o piazza, o istituto dev’essere intitolato a Lui, e le denominazioni di tal genere – prima d’ora applicate – dovranno essere revocate: pertanto, in conseguenza di tali ordini inderogabili; al Viale “Benito Mussolini” di accesso alla Stazione Ferroviaria, dev’essere cambiata denominazione […] La proposta fu che il viale di accesso alla Stazione Ferroviaria venisse denominato “Viale XXVIII Ottobre” (data della Marcia su Roma nda) in omaggio alla grande idea e all’alto significato della Rivoluzione Fascista.

La lapide che celebra la Libertà all’imbocco del viale omonimo da piazzale Della Vittoria. Foto Forlipedia, 2020.

Voltiamo pagina al vecchio registro: il verbale successivo della Commissione Toponomastica porta la data del 17 gennaio 1945. Abbiamo voltato pagina anche alla Storia. Il titolo della riunione è: Sostituzione nomi ricordanti l’Era Fascista. Avvenuto l’insediamento della Commissione, il Presidente informa che il Cittadino Giovanni Colonelli ha inviato al Comune una lettera con la quale propone di sostituire i nomi delle seguenti Vie e Piazze, nomi che ricordano la sedicente “Era Fascista”. La Commissione elencò quindi una serie di nuove denominazioni da proporre alla Giunta. Alcuni esempi: da via Fondazione Fascio a via Giuditta Tavani Arquati, da piazzale Costanzo Ciano a piazzale Della Stazione, da viale Impero a via Vincenzo Minardi, da piazzale Alessandro Mussolini a piazzale Della Concordia, da via Predappio a via Torino, da viale XXVIII Ottobre a viale Della Libertà.

Fu poi la Legge a vietare definitivamente la propaganda fascista e a punire chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche, dando di fatto un chiaro indirizzo contro il rischio di apologia anche per gli enti pubblici.

Il viale Della Libertà attraversa il quartiere Musicisti/grandi italiani

Forlì, viale Della Libertà. Cartolina spedita nel 1953. Raccolta privata.

Approfondimenti

Marino Mambelli. 900 Forlivese, anzi Italiano. Editrice La Mandragora. Imola, 2011.

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