L’ONB, RENATO RICCI E L’ARCHITETTURA SPORTIVA

Liceo Classico “G.B. MORGAGNI” Forlì. Classe 3 A/Classico. Anno scolastico 2022/23
Progetto P.C.T.O.: Ricerca storico-artistica sull’edificio della ex Gil sito in viale Della Libertà a Forlì per la piattaforma culturale del sito Forlipedia. In collaborazione con Associazione Atrium.
Completano il progetto:
La Casa del Balilla
La Casa del Balilla nel dopoguerra
Viale Della Libertà
Tutor scolastico: prof.ssa Rossella Savelli
Tutor aziendale: Marino Mambelli

di: Lorenzo Camprini, Alice Cicero, Maria Chiara Farolfi, Suxin Huang, Chiara Rosaria Lomasto.

INTRODUZIONE AL PERIODO

Con l’instaurazione della dittatura fascista vennero applicati dei rigidi controlli in ogni ambito della vita cittadina per evitare che si diffondesse un pensiero diverso dall’unico concepito a quei tempi. Questo si estese anche all’ambito sportivo quando. nell’aprile del 1926, venne istituito l’ente dell’Opera Nazionale Balilla (ONB), organismo nato con lo scopo di unificare e controllare le organizzazioni giovanili. La Onb era infatti un’istituzione volta a creare i fascisti del domani, così che fossero pronti ad essere soldati, i maschi, e brave donne fasciste, le ragazze. Per realizzare ciò l’ONB assunse il controllo dell’ educazione fisica e morale dei bambini lanciando una vasta campagna di costruzioni di impianti e di strutture polisportive.

RENATO RICCI

Il famoso “manuale” realizzato da Del Debbio per l’Opera Nazionale Balilla. Forlì, Biblioteca Aurelio Saffi, Mussoliniana, G L 01 902 C10 2323.

Renato Ricci era un giovane carrarese che dopo alcuni successi militari durante la prima guerra mondiale entrò nel partito fascista e cominciò a farsi strada all’interno salendo ai massimi vertici del potere. Nel 1927 gli viene affidata la presidenza dell’Opera Nazionale Balilla perché organizzasse il tempo libero dei giovani e costruisse l’uomo nuovo fascista, pronto a seguire la vocazione della guerra. Nel 1928 fu emana la Carta dello sport con la quale fu affidata all’ONB la gestione del il patrimonio immobiliare per lo sport. Così Ricci distribuì in tutta la Penisola le Case del Balilla e i centri sportivi. I questi luoghi i giovani italiani scoprivano lo sport e la cura del corpo ma erano sottoposti ad un’incessante propaganda e irreggimentazione.

Nello stesso anno Ricci emanò le direttive per la costruzione dei nuovi complessi attraverso un manuale costruttivo curato dall’architetto Enrico del Debbio. All’atto del suo insediamento nel 1927 Ricci disponeva di circa 500 locali, spesso dei veri tuguri, inadatti e spesso inservibili. Con l’inizio del suo progetto dichiarava 1.200.000 iscritti per poi arrivare nel 1937 addirittura a 6 milioni. Con gli iscritti crebbero anche gli edifici. Sempre nel 1937 Ricci conterà 640 case, 850 campi sportivi, 1150 palestre, 22 piscine, 37 teatri e 920 ambulatori. La presidenza di Ricci durerà proprio fino al 1937 quando l’ONB verrà sostituita dalla Gioventù Italiana del Littorio alle dirette dipendenze del partito Fascista.

IL MANUALE DI ENRICO DEL DEBBIO

Enrico Del Debbio nacque a Carrara nel 1891, dove si diplomò presso l’Accademia delle Belle Arti. Sì trasferì a Roma dopo aver conseguito il diploma. Su incarico di Renato Ricci, presidente dell’Opera Nazionale Balilla, Del Debbio fu direttore dell’Ufficio Edilizio dell’ONB dal 1927 al 1933. Nel 1928 fu pubblicato il manuale: Opera Nazionale Balilla. Progetti di costruzione Case Balilla-Palestre-Campi Sportivi-Piscine sul quale furono tracciati i criteri progettuali e i rispettivi particolari costruttivi ideati proprio da Del Debbio. Il manuale portala prefazione del presidente Ricci nella quale palestre, piscine e case del balilla vengono indicati come istituti paralleli e complementari alla scuola.

“Casa Balilla con palestra n. 11”. Immagine tratta da “Progetti di Costruzioni case Balilla, Palestre, Campi Sportivi, Piscine, ecc.” Opera Nazionale Balilla, 1928.

All’interno del volume, Del Debbio inserì piante, modelli e progetti di piscine, palestre e case, di diverse forme e dimensioni, elencando le funzioni, chiarendo le caratteristiche dimensionali e i particolari costruttivi. Il libro rappresentò un esauriente compendio per i dirigenti delle province alle quali era affidata la costruzione delle palestre scolastiche che dovevano mantenere un tessuto connettivo utile per l’operazione politica fascista.

ARCHITETTURA RAZIONALISTA

Nel 1932, l’attenzione di Renato Ricci ricadde sull’architettura razionalista d’oltralpe, allora molto dibattuta. Il razionalismo era una tendenza architettonica sviluppatasi negli anni tra le due guerre mondiali in Germania, durante il Movimento Moderno Internazionale. Influenzato dal Bauhaus di Walter Gropius e dalla poetica di Le Corbusier, si caratterizzò per l’essenzialità e la funzionalità. Nei suoi volumi semplici e netti, nell’assenza di decorazione, nell’uso del cemento per svincolare la struttura dai muri portanti, Renato Ricci vide l’innovazione necessaria per rappresentare la novità di un’istituzione moderna. Di fronte alla nuovissima corrente, infatti, i tipi di Case nel manuale di Enrico del Debbio non erano più al passo con i tempi e apparivano superati anche all’autore stesso.

La Casa del Balilla di Cesare Valle a Forlì. Splendido esempio di architettura razionalista. Prospetto su viale della stazione. Archivio di Stato, Comune di Forl’ moderno 1933 X 236.

La crescita di numero di iscritti alla Onb in quegli anni fu parallela a un incremento di fondi a sua disposizione. Il programma di edilizia si fece sempre più ambizioso. Renato Ricci stesso selezionava progetti e progettisti ai quali chiedeva lo sforzo di armonizzare, nel severo quadro dell’architettura nazionale, gli elementi del razionalismo e del modernismo, già largamente adottati all’estero. Tra gli architetti venne scelto anche Cesare Valle a cui fu affidata la Casa ONB di Forlì.

La Casa del fascio di Como. Gioiello razionalista di Giuseppe Terragni. Immagine tratta da www.archdaily.mx

In Italia, il Razionalismo nacque  nel 1926, quando alcuni architetti del Politecnico di Milano formarono il Gruppo 7. Furono Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnoli. Adalberto Libera sostituirà poi Castagnoli. Il Gruppo 7 confluì nel 1928 nel MIAR, Movimento Italiano per l’Architettura Razionale. Di questo si ricordano le Esposizioni italiane di architettura razionale; la prima, nello stesso anno, fu organizzata da Libera e Minnucci. La seconda, nel 1931, comprese il celebre Tavolo degli orrori, un collage di opere realizzate dal regime che il gruppo riteneva incompatibile con la rivoluzione fascista. La provocazione contro il partito e contro i potenti architetti affermati portò in seguito a togliere il supporto al movimento che inevitabilmente si sarebbe sciolto. Il razionalismo italiano si affermò, ma non ebbe lo sviluppo che meritava. Gran parte della colpa è da attribuire proprio alle ideologie fasciste che prediligevano la monumentalità.

LA NASCITA DELLA BAUHAUS E I SUOI IDEALI

Subito dopo la fine del Primo Conflitto Mondiale Walter Gropius è chiamato a dirigere la Scuola di Arte e dei Mestieri, volta alla formazione degli artigiani, e la Scuola di Belle Arti, volta invece ad istruire gli artisti, che unificherà nel 1919, fondando così lo Staatliches Bauhaus. L’idea fondamentale non è più quella di utilizzare l’artigianato come ideale di qualità, ma piuttosto come mezzo didattico per la preparazione dei progettisti moderni. Infatti, le opere prodotte dal Bauhaus sono caratterizzate dall’assenza di ornamenti, dall’evidenza delle proprietà dei materiali utilizzati e dalla ricerca di equilibrio degli aspetti funzionali, tecnici e artistici. Fu un punto di riferimento di tutto il movimento moderno e quindi anche del Razionalismo.

La scuola fu trasferita nel ’25 a Dessau nell’edificio progettato da Gropius con un linguaggio essenziale, privo di elementi decorativi e attento alla funzione. Tutti i criteri edilizi sono racchiusi in una struttura complessa composta di tre blocchi collegati tra loro da corpi intermedi più bassi, come la vita che deve svolgersi dentro: i primi due volumi edilizi, riservati alle aule e ai laboratori, sono congiunti da un ponte sospeso dove sono collocati gli uffici amministrativi, mentre un corpo basso, contenente i grandi ambienti per la vita comune, unifica la struttura collegando il terzo volume edilizio, costituito da un’ala di cinque piani camere-studio per gli studenti. Gropius ricorre in sostanza a due soli materiali: il vetro per i vuoti, incorniciato dal metallo, e l’intonaco bianco per i pieni e per mettere in evidenza i valori geometrici. Ogni parte è geometricamente definita da volumi regolari, tetti piani, finestre in lunghezza e ampie superfici vetrate nella zona dei laboratori.

La fine della Bauhaus coincide con l’ascesa al potere del Partito Nazionalsocialista guidato da Adolf Hitler. Quando i Nazisti prendono il potere, il Bauhaus è costretto a chiudere. E’ il 1933.

BIBLIOGRAFIA

Giuseppe Zanzanaini. Renato Ricci, fascista integrale. Mursia Editore, 2004.
Valeria Lupo. Stratificazioni/Progetti. Le palestre: ampliamenti e nuove costruzioni In Guida alle scuole del I Municipio, Palombi editori, 2005.
Antonella Greco. Libro e palestra. In Guida alle scuole del I Municipio, Palombi editori. Roma, 2005.
Rinaldo Capomolla, Marco Mulazzani, Rosalia Vittorini e Emilio Gentile. Case del Balilla: architettura e fascismo. Electa editore, 2008.
Leonardo Benevolo. Storia dell’architettura moderna“. Editori Laterza, 1999.
Kenneth Frampton. Storia dell’architettura moderna. Zanichelli, 1993.
Renato Del Debbio. Progetti di Costruzioni case Balilla, Palestre, Campi Sportivi, Piscine, ecc. Opera Nazionale Balilla, 1928.

Maurizio Abeti. Astrazione razionalista nell’architettura di Enrico Del Debbio/”La casa del balilla di Avellino
https://www.beniculturalionline.it/post.php?n=998
https://www.domusweb.it/it/movimenti/razionalismo-italiano.html
https://www.treccani.it/enciclopedia/renato-ricci
https://www.anpi.it/libri/renato-ricci

Forlipedia utilizza cookie per garantire un corretto funzionamento del sito. Maggiori informazioni

Questo sito fa uso di cookie. I cookie che utiliziamo sono di tipo tecnico: sono pertanto utilizzati col fine di consentire il corretto funzionamento del sito e non per effettuare operazioni pubblicitarie o di profilazione. Potrebbero essere presenti cookie (anche di profilazione) di terze parti, la cui dichiarazione al garante viene effettuata dalla terza parte stessa. Alcuni link potrebbero indirizzare a siti esterni la cui Cookie Policy è differente da quella di Forlipedia. Puoi disabilitare i cookie dalle impostazioni del tuo browser.

Chiudi