MAGLIANO (QUARTIERE)

Divisione dei quartieri valida fino al 30/09/2015. Mappa di base tratta dal sito ufficiale del Comune di Forlì: www.comune.forli.fc.it. Elaborazione grafica Forlipedia.
Divisione dei quartieri valida fino al 30/06/2021. Mappa tratta dal sito ufficiale del Comune di Forlì: www.comune.forli.fc.it.
Divisione dei quartieri valida dal luglio 2021. Mappa ufficiale fornita dall’Ufficio SIT del Comune di Forlì.

Toponimo antico e interessante. Senza certezze, ma con opportunità di grande interesse. Troviamo Malliano nel Libro Biscia di San Mercuriale in un atto del 1159 e Villa Maglani  nella Descriptio Romandiole realizzata dal Cardinale Anglic nel 1371.

Ettore Casadei scrive: il nome Maiano o Maliano, da cui derivò Magliano, è nome possessorio di fondo agricolo romano. La stessa interpretazione la incontriamo sull’importante periodico d’inizio novecento La Madonna del Fuoco. Il suffisso ano pare mettere d’accordo molti studiosi, il toponimo potrebbe infatti scaturire da un prediale costituito da un antroponimo. I fondi romani furono infatti denominati aggettivando il nome del proprietario: ed ecco le possibili soluzioni di Vecchiazzano con Veclezio, Barisius per Barisano, …Mallio per Magliano. Ritrovamenti archeologici non fanno che confermare la presenza di un appoderamento romano servito da strade importanti proprio a Magliano.

Giovan Battista Pellegrini, sul volume Toponomastica Italiana, fa derivare dal latino Mallius (maglio), i Magliano di Siena, Firenze Cuneo, Grosseto; Magliano de’ Marsi (L’Aquila), Magliano Romano, Magliano Sabina (Rieti)… Magliano in Toscana. Alcuni comuni omonimi, recano addirittura un maglio (martello) nello stemma cittadino.
L’idea del maglio, utilizzato per l’estrazione e la lavorazione di materiale inerte di fiume, non scorre via senza lasciare un intenso momento di riflessione: il nostro Magliano, nei pressi del fiume Ronco, è infatti conosciuto anche per le vecchie cave. La vicina via Bidente, per altro, ripercorre sommariamente il tracciato di una strada romana di grande importanza che tutto lascia presupporre fosse ben costruita. Ilaria Di Cocco, sul volume La Linea e la Rete, spiega: Questa importanza itineraria è ben documentata dai tempi più antichi. In particolare, come in altre aree romagnole, anche nella valle del Bidente sono stati rinvenuti materiali che testimoniano per il VI secolo a.C. contatti commerciali con l’area picena da un lato e con l’Etruria interna dall’altro. Ancora scambi con l’area etrusca dovrebbero essere riconducibili i frammenti di ceramica attica databili al secolo successivo rinvenuti nell’area di Galeata… Anche gli spostamenti di Olibrio (V d.C. nda) confermano una certa efficienza del collegamento che passava in questa zona: egli infatti, spostandosi con moglie, figli e  servi, percorse la strada da Ravenna a Galeata, circa 60 km. in sette ore. E’ interessante notare come in alcuni progetti dell’800 la via venga ancora definita Strada Romana. Una strada non per forza basolata (lastricata), ma probabilmente glareata (ghiaiata).

Un’ultima interessante opportunità: quella che predilige chi scrive queste righe. Affianco alla strada, per lunghi tratti, correva l’antico acquedotto traianeo che proprio Teodorico ripristinò. La strada, quindi, poteva essere sorta a sevizio della grande opera idraulica. O probabilmente si trattava di un’esistente pista valliva poi sistemata secondo le regole dei Romani. La realizzazione di entrambe le opere pubbliche necessitava di notevoli quantità di inerti: quelli estratti dalle vicine cave grazie all’opera dell’uomo e del maglio. Proprio a Magliano.

Marino Mambelli

Voci correlate al quartiere Magliano:

La Monda

Fontanacce (via)

Nei meandri del fiume Ronco (libro)

Farazzano

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