La Madonna del Fuoco è la patrona indiscussa della città di Forlì. Celebrata e venerata. Custodita entro i sacri muri della Cattedrale di Santa Croce in una straordinaria cappella a lei dedicata. La protettrice con il fuoco nel nome è un’affascinante xilografia del XV secolo che raffigura Maria col Bambino circondata da numerose immagini di santi. Si tratta di una delle più antiche xilografie che si conoscano. Il 4 febbraio 1428 si salvò da un incendio che distrusse completamente la scuola del maestro Lombardino da Ripetrosa nell’attuale via Leone Cobelli. Fu il miracolo della Beata Vergine del Fuoco. Oggi alla Patrona si chiede protezione principalmente dal terremoto e, ovviamente, dagli incendi. Il 4 febbraio di ogni anno si celebra la sua festa. Il dolce della ricorrenza è la piadina della Madonna del Fuoco.
Nel luogo in cui bruciò la scuola, oggi c’è una deliziosa chiesina dall’aspetto neoclassico costruita nella prima metà dell’800. La sua facciata presenta un andamento semicircolare che dona alla stessa un piccolo sagrato e una più ampia prospettiva in una strada già fittamente abitata al momento della realizzazione. Sul portale è collocato un affresco attribuito al bolognese Antonio Gandolfi che rappresenta la scena del miracolo. L’interno, a pianta centrale, propone una cupola con soffitto a cassettoni. All’esterno è presente un piacevole campaniletto.
Nel 1792 l’Abate Andrea Michelini, ex gesuita di origine bolognese, con un atto del notaio vescovile Vincenzo Milan, acquistò una casa dai Mansionarj della Madonna. Era una costruzione malandata che si trovava al posto dell’edificio divorato dall’incendio del miracolo. L’impegno dell’abate era quello di restituire a quel luogo il degno riconoscimento che era venuto a mancare con il trasferimento di tutta la liturgia del Fuoco nella ricca sede del Duomo. Michelini avviò la demolizione del vecchio edificio e in breve allestì una cappelletta votiva che accolse provvisoriamente un bassorilievo raffigurante la Madonna. Particolare è la storia di quel bassorilievo il cui ritrovamento andò a confermare la prodigiosità del sito. Si racconta infatti che durante la demolizione della casa dei Mansionarij fu trovato un blocco di gesso e di altro materiale che, una volta esaminato e liberato dalle parti estranee, dimostrò di essere un’immagine della Vergine. Quel bassorilievo fu consacrato da monsignor Mercuriale Prati. C’era la necessità di far rivivere il “miracolo” per ridare al luogo la sacralità perduta? Reale o sceneggiato che fosse, questo nuovo evento creò sicuramente pathos.
La prima pietra delle fondamenta della chiesina progettata dal forlimpopolese Ruffillo Righini fu benedetta dallo stesso vescovo nel 1797. Ma con l’ingresso delle truppe napoleoniche, le sconsacrazioni degli edifici ecclesiastici e le loro requisizioni, Michelini fece interrompere cautelativamente i lavori. Poi, nel 1814, l’ex gesuita morì. Aveva 90 anni. Visto il tempo limitato che fu possibile dedicare alla costruzione, lo stato di avanzamento dei lavori doveva essere decisamente arretrato.
Parve difficile trovare qualcuno che assumesse l’onere di dar seguito ai lavori. Ma, racconta l’abate Domenico Bolzoni nel 1819, un divoto alla Vergine, desideroso di darle una riprova di special riverenza, e ad un tempo mostrare amor di patria, seco elesse di porre il sospirato termine all’incompiuto edificio. Nel 1815, quando il notaio Cerchioli stilò l’atto d’acquisto, l’edificio, appariva come una topaia. Ad acquistare e completare l’immobile religioso fu Angelo Poggiolini, canonico penitenziere della Cattedrale che, venduti alcuni poderi, impiegò il capitale per donare alla città il santuario. Il nuovo progettista fu Luigi Mirri che mise vistosamente mano al vecchio impianto realizzando addirittura nuove fondamenta. Dopo 4 anni di lavori la chiesa fu completata risultando più grande e costosa del previsto.
E’ la Chiesina del Miracolo che oggi si trova in via Leone Cobelli nel quartiere Schiavonia-San Biagio. Poggiolini col suo impegno filantropico appare nel Dizionario di Erudizione Storico – Ecclesiastica, da S. Pietro fino ai giorni nostri, Morirà nel 1838.
Bibliografia
Gaetano Moroni. Dizionario di Erudizione Storico – Ecclesiastica, da S. Pietro fino ai giorni nostri, Tipografia Emiliana. Venezia, 1840.
Marino Mambelli. Dietro la Facciata, Forlì Raccontata dei suoi Palazzi. Edizioni Graficamente. Forlì, 2016.
Adamo Pasini. Storia della Madonna del Fuoco di Forlì. A cura dell’Abbazia di San Mercuriale. Forlì, 1936.
Domenico Bolzoni. Storia della nuova chiesa a Maria SS. del Fuoco. Tipografia Casali. Forlì, 1819.