DIETRO LA FACCIATA, FORLI’ RACCONTATA DAI SUOI PALAZZI (LIBRO)

Marino Mambelli. Dietro la Facciata, Forlì Raccontata dei suoi Palazzi. Edizioni Graficamente. Forlì, 2016. Per il Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Forlì – Cesena in occasione del settantesimo anniversario.

Il viaggiatore esperto guarda le facciate dei palazzi e capisce in un attimo se la città che sta attraversando ha storie importanti da raccontare. Siede in un bar del centro, sorseggia un caffè, chiede qualche informazione e subito afferra se i suoi abitanti conoscono, quelle storie. A lui, il viaggiatore esperto, bastano pochi dettagli per rendersi conto se i forlivesi rispettano e stimano Forlì. Pochi: i dettagli.
Mi scusi, può indicarmi una trattoria dove si mangia bene e si spende il giusto?
può indicarmi la strada che conduce al San Domenico?
può indicarmi i luoghi non turistici più belli della città?
Poi esamina qualche particolare:
Le vetrine mostrano con orgoglio i prodotti locali?
La città ha uno o più musei funzionanti dedicati alla storia, alla cultura, all’arte? Un etnografico, un archeologico, una pinacoteca? Una biblioteca salubre e facilmente accessibile?
E la città? Per cosa viene ricordata? Cesena ha il calcio di serie A, i mercati agricoli, Ravenna il turismo dei mosaici e di Teodorico, Faenza le ceramiche, Castrocaro il Festival delle voci nuove, Forlì…
Non vorremmo caricare di troppa responsabilità il nostro esperto viaggiatore, ma alla fine un voto a Forlì e ai forlivesi, lo dovrà dare. Da uno a dieci.

Dovessimo essere noi a dare i voti, consegneremmo un bel 9 a Forlì e un 7 meno di incoraggiamento ai suoi abitanti. I forlivesi non sono viaggiatori esperti nella propria città, non ancora. Ma oggi, almeno, sono viaggiatori. Grazie alla robusta operazione di divulgazione condotta dal pubblico, dal privato e dall’invidiabile (sottolineo invidiabile) volontariato culturale, cominciano ad essere più consapevoli e a stimare la propria storia. Il percorso non è semplice. Medievali e chiusi dietro portoni piccoli e impenetrabili oggi i forlivesi cominciano ad aprire piccole feritoie verso l’esterno per dire: “bello”, “interessante”, per il semplice motivo che conoscono di più. Essere all’altezza di una città significa conoscere e criticare con cognizione. Invitare chi parla a vanvera a documentarsi, isolare chi critica per partito preso. Promuovere. C’è tanto da lavorare, ma qualcosa si muove. I forlivesi stanno rispondendo bene.

C’è un’istituzione a Forlì che da anni promuove la cultura anche se non è il suo compito principale. E’ il Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Forlì e Cesena, un ente che rappresenta una categoria di professionisti che molto più di altre conosce e riconosce il territorio. In questo 2016 il Collegio compie 70 anni, un evento accompagnato da tanta esperienza, da un impegno professionale nobile e da persone all’altezza. Nell’occasione, tra le altre iniziative celebrative, il Consiglio ha deciso di pubblicare un libro sulla città.
Questo volume, pur concedendosi un titolo emblematico, nella sua evidente parzialità non parla strettamente di architettura, di edilizia o di urbanistica, ma delle idee degli uomini, che esse siano geniali o semplicemente idee. Parla degli avvenimenti che si sono svolti dietro le persiane di un umile alloggio, della tragedia civile che ha attraversato le demolizioni della guerra, delle emozioni che stimola la rievocazione di un nome. E quanti personaggi illustri… Non c’è scampo, ognuno di loro ha almeno un edificio di riferimento.
Guardiamo le costruzioni, commentiamo il loro aspetto e raccontiamo alcuni episodi che stanno dietro la facciata. Confrontiamo il presente con il passato. E se possibile con quello ancora più antico: prima della ristrutturazione, prima dei restauri. Prima della ricostruzione. E’ un gioco appassionante che, per piacere o curiosità, attira nella rete anche i non addetti ai lavori.
Il disegno del territorio ha un valore culturale enorme perché creato dalle esigenze dell’uomo e della donna. Dalle necessità della famiglia, dai bisogni dei governi. Ma il suo segno evolve in fretta e noi in fretta dimentichiamo. Sempre più spesso sentiamo la necessità di fermarci per ricomporre le idee e ricordare la nostra storia, il nostro territorio, il nostro percorso. Sempre più spesso i forlivesi si fermano per conoscere e per conoscersi: stanno lavorando per diventare viaggiatori esperti nella propria città (dalla prefazione).

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