Mettendo in atto un’azione spontanea che in toponomastica avviene frequentemente, il territorio ha assunto il nome della sua antica chiesa e quindi del santo a cui era dedicata. Siamo in presenza di un agiotoponimo.
Una pergamena che si conserva nell’Archivio Capitolare – scrive Ettore Casadei sulla sua preziosa guida – in data 10 giugno 1118, dà la prima notizia di questa chiesa, anticamente chiamata Trentola (San Giorgio in Trentola Nda), la quale però in base alle “note di agiografia forlivese” deve ritenersi fondata alcuni secoli prima del mille. Nel 1128 viene citata in un atto che ritroviamo sul Libro Biscia di San Mercuriale, mentre sulla Descriptio Romandiole, nel 1371, viene censita la località Sancti Georgi.
L’edificio religioso fu riedificato nel 1756, mentre l’ultimo intervento al campanile risulta essere degli anni ’20. L’immobile lega strettamente territorio, popolazione e I guerra mondiale …Essendo la canonica di San Giorgio sede del Comitato Parrocchiale “Pro famiglie Richiamati”, mentre la campana – racconta ancora il Casadei nel 1928 – fusa a Vittorio Veneto …porta incisi i nomi dei gloriosi Caduti della parrocchia per l’ultima guerra nazionale.
Diffuso in Romagna e popolare in tutta la Penisola, San Giorgio è divenuto patrono in Inghilterra, Svezia, Portogallo, Grecia, Ungheria. Sull’Atlante della Storia della Chiesa leggiamo: La versione leggendaria ne fa un cavaliere e lo collega a un drago che aveva preso possesso di un lago della Libia appestando la regione col suo alito mefitico e chiedendo di essere nutrito con agnelli o, in mancanza di questi, esseri umani. Sacrificati così tutti i giovani del Paese restava solo la figlia del re, che questi deve a malincuore inviare al mostro, per non alienarsi il popolo che aveva già pagato un tributo tanto pesante. La fanciulla incontra Giorgio a cavallo e gli racconta piangendo la sua storia, invitandolo a fuggire per evitare la morte sicura. Ma il cavaliere affronta il mostro con la lancia, dopo avere fatto il segno della croce, e lo fa crollare a terra. La liberazione dal drago, avvenne, e tutti gli abitanti, compreso il re, furono battezzati. In seguito Giorgio subì anche il martirio. San Giorgio viene solitamente rappresentato a cavallo mentre trafigge il drago, simbolo che raffigura il male.
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