NAVICELLA (VIA)

di Marino Mambelli

Nel quartiere Pieve Acquedotto a Forlì c’è una strada laterale di via Ravegnana che porta un nome veramente interessante e curioso: è via Navicella. Nato spontaneamente dall’esperienza popolare, Navicella è un toponimo che racconta una storia antica: i vecchi registri toponomastici spiegano che un tempo quella via si chiamava Strada della Navicella. Resta da scoprire cosa fosse la navicella e a cosa servisse.

Sulla mappa dell’Istituto Geografico Militare, con rilievo del 1894, troviamo lo scolo Navicella, un piccolo corso d’acqua il cui tragitto procede a ridosso di un podere che porta lo stesso nome. La casa del podere Navicella si trova in una posizione che per noi è un ottimo indizio: è infatti ubicata nelle vicinanze del fiume Ronco, nel punto in cui il corso d’acqua separa Pieve Acquedotto e Durazzanino dal Borgo Sisa e dalla provincia di Ravenna. Abbiamo quindi buoni motivi per dare a Navicella il significato di piccola nave e di ipotizzare nel podere una sorta di rimessaggio a terra.

Il podere Navicella (giallo), lo scolo Navicella (azzurro), il fiume Ronco (blu), la provincia di Ravenna (rosso). In bianco il luogo dov’era posizionato il traghetto. Mappa Igm base 1894. Stralcio. Elaborazione Forlipedia.

Si trattava di una barca destinata al trasporto delle merci? Trainata fino al porto di Ravenna lungo gli argini adattati a tratturo? Parrebbe una risposta plausibile se non fosse che la ricerca ci ha portato a scoprire che nel 1894 l’ingegnere Emilio Rosetti di Forlimpopoli, sul volume Romagna, alla voce Passo della Zisa o Siza scrisse: (E Pass dla Zisa) sulla strada della Zisa, passaggio in barca sul fiume Ronco sul confine delle provincie e comuni di Forlì e Ravenna, 7 ½ chilometri a greco da Forlì. Ecco quindi svelato il mistero. La Navicella era una piccola imbarcazione che fungeva da traghetto sul fiume Ronco tra Durazzanino e la via Sisa (Zisa per i ravennati) in una zona sprovvista di ponti. Di notte, verosimilmente, l’imbarcazione veniva condotta al rimessaggio attraverso lo scolo per poi tornare al servizio il giorno seguente. Scolo e podere presero il nome da quella preziosa imbarcazione di cui oggi, fortunatamente, riscopriamo l’esistenza grazie ad una via. E grazie ad una commissione toponomastica competente e lungimirante che in tempi moderni ne ufficializzò il nome in una via.

Bibliografia:
La ricerca è stata effettuata su documenti originali.
Mappe IGM.
Antonio Polloni. Toponomastica Romagnola. S. Olschki Editore Firenze. 1966.
Emilio Rosetti. La Romagna Geografia e Storia. Hoepli. Milano, 1894.

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