CHILOMETRO ZERO (KM 0)

Il cippo del Chilometro zero (KM 0) sulla via Emilia in piazza Aurelio Saffi. Foto Forlipedia, 2022.

In piazza Aurelio Saffi, nel cuore antico di Forlì, c’è un oggetto di arredo che passa inosservato ai più. E’ un semplice elemento urbano che però, una volta scoperto, mette le ali alla curiosità. E’ affisso a terra ed è addossato al primo arco del palazzo Talenti Framonti partendo da destra. Si tratta di un vecchio punto fisso di misurazione della via pubblica, un cippo stradale di cui ancora non si conosce la data di collocazione. E’ il “Km 0” posto sulla via Emilia nel territorio di Forlì. L’antica arteria militare romana proveniente da Rimini oltrepassa oggi il centro storico del foro di Livio attraverso corso Della Repubblica, piazza Saffi e corso Garibaldi. La posizione del cippo lascia proprio pensare ad una misurazione (ottocentesca) della via romana. E se oggi quel sasso non ha più alcun valore tecnico, ne ha uno storico-documentale.

Quel marmo occupa quella posizione da oltre un secolo. Lo testimoniano alcune immagini che lo ritraggono appoggiato allo stesso muro già all’inizio del Novecento. Ma le ricerche condotte fino ad oggi non hanno prodotto documenti che consentano una data certa. Ciò, naturalmente, ne aumenta ulteriormente il fascino.

Il cippo del Chilometro zero (KM 0) sulla facciata del palazzo Talenti Framonti in piazza Saffi a Forlì. Cartolina illustrata spedita nel 1915. Edizioni Damerini. Raccolta Privata.

Nell’anno 2002 il KM 0 subì un urto. Forse l’usura, il tempo e le intemperie assecondarono un incauto ciclista che, parcheggiando il proprio mezzo, ne mandò in frantumi una parte. Un passante raccolse i pezzi e li consegnò a Mario Vespignani, allora capo ufficio stampa del Comune, che pensò bene di deporli sulla scrivania dell’assessore Gabriele Zelli. Il cippo fu quindi attentamente ricomposto nella forma che ancora oggi vediamo.

Il restauro fu realizzato nel 2004 dalla S.A.M. (Società Artistica Marmi di Faenza ora non più attiva). Ad occuparsi dell’esame del danno, della realizzazione delle dime, della scelta del materiale e di tutte le fasi ricostruttive fu il restauratore Davide Baruzzi. Sono sue le foto che proponiamo di seguito. Si tratta di alcune immagini inerenti il processo ricostruttivo della parte danneggiata del cippo.

Mario Vespignani, da poeta quale era, attorno all’evento volle comporre una zirudella in dialetto romagnolo creando così un documento pressoché ufficiale dell’accaduto. La zirudella è raccolta, assieme a molte altre, nel libro U n’e’ mai témp par murì. Il titolo del simpatico componimento è:

E Chilometro Zero

Int la piazza u j è un palét
ch’a n’è sô a quânt j gli ha méss,
mè a l’ho sémpar vést ilè’
zà da quând a s’éra zné’.
 
Lô l’avrà un sécul ‘d vita,
l’é ilé férm’ e u n’dis ignita,
a la néva, a l’aqua, a e’ vént,
iô l’è ‘d mérum e u ni sént.

Lô u s’dà l’indicaziô’
dla distànza dal fraziò’
d’int e’ céntar dla Zité
ch’l’è d’ilé e u n’spo’ sbajé:

Tra Albertini e Rumagnôl,
l’è ilé férm’u n’ciàpa e’ vol
che da quànt ch’j l’ha pianté
lô d’ilé u n’s’è piò smasé,

l’è tranquél, u n’gn’è percul,
néca s’l’ha una cjôpa ad ad sicul,
l’ha sgaudì lëmp e saiet
e l’è armast a e’ su pòst dret,

ma un bël dé, a n’sô ch’j è stè,
un pëzz mérum j ha staché,
forsi ad nòta un zitadé’
ch’e’ duvéva fe’ un scalè’,

o l’è sté un antiquéri
che cardénd ad fè’ un aféri,
che pëzz ‘d mérum l’ha cavé
par dêl vi cmé antichité.

L’è par quést che e’ nômar Zero
non si legge per intero
bsògna avê’ un pô ad fantasì
par savê’ quél ch’e’ vô dì’.

A speré che int e’ Comù’
ch’u s’impégna un chicadù’;
casomai ch’e’ sia Zelli
come ha fatto con gli uccelli.
  26.08.2002
Nella piazza c’è un paletto
che non so quando l’han messo,
io l’ho visto sempre lì
già da quando ero bambino.

Avrà un secolo di vita,
è lì fermo e non dice niente,
alla neve, all’acqua, al vento,
è di marmo e non li sente.

Lui ci dà l’indicazione
della distanza delle frazioni
dal centro della Città
e da lì non si può sbagliare:

Tra Albertini e Romagnolo (palazzi nda),
è lì fermo non prende il volo
che da quando l’han piantato
da quel posto non si è più mosso,

è tranquillo, non c’è pericolo,
anche se ha un paio di secoli,
ha scansato lampi e saette
ed è rimasto al suo posto dritto,

ma un bel giorno, non so chi è stato,
un pezzo di marmo han staccato,
forse di notte un cittadino
che doveva fare uno scalino,

o è stato un antiquario
che credendo di fare un affare,
quel pezzo di marmo ha tolto
per venderlo come antichità.

Per questo che il numero Zero
non si legge per intero
bisogna avere della fantasia
per sapere cosa vuol dire.

Voglio sperare che nel Comune
si impegni qualcuno,
casomai sia Zelli
come ha fatto con gli uccelli.

Nel 2011, nei locali che si affacciano sul loggiato retrostante il cippo, nacque un lounge bar al quale venne dato proprio il nome di Km 0. Purtroppo, nonostante il bel progetto e la splendida idea, l’attività non ebbe una vita lunga quanto il marmo ispiratore.

La SS9, statale 9 Emilia fu istituita negli anni Venti del Novecento. E la sua misurazione, con inizio da Rimini verso Piacenza, mandò in disuso i conteggi locali precedenti. Una bellissima immagine del secondo dopoguerra ci propone una testimonianza di quella “moderna” progressione numerica. In questo caso siamo a 51 Km di distanza dal ponte di Tiberio. Siamo sempre sulla via Emilia, siamo su viale Bologna, siamo nel quartiere Cava. Lo scatto fotografico propone il passaggio di una gara motociclistica sul rettilineo romano. Quel cippo scomparirà perché il tratto di strada in esame verrà declassato a comunale, quindi di competenza del Comune di Forlì. Di quelle “moderne” pietre miliari ne rimane una piccola testimonianza all’altezza del civico 238. Si tratta di uno dei piccoli progressivi che contavano le centinaia di metri. E’ il secondo dopo il 51° chilometro.

Il passaggio di una gara motociclistica sulla via Emilia a Forlì nel secondo dopoguerra. Il Km 51 si trova nell’odierno viale Bologna all’altezza dell’incrocio con via Cava. Il cippo non è più presente. Foto Archivio Forlipedia.

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