CASA PETTINI GIOVANNETTI

La facciata ottocentesca di casa Pettini Giovannetti. Forlì, corso Giuseppe Mazzini.

Casa Pettini, poi denominata Pettini Giovannetti a seguito del matrimonio di Giannina Pettini con Michele Giovannetti, si trova al numero 43 di corso Giuseppe Mazzini nel centro storico di Forlì. E’ ben riconoscibile grazie alla splendida facciata decorata con bassorilievi e festoni in cotto e stucco.  Si tratta di un elegante immobile con impianto ottocentesco, rimaneggiato nel tempo, inserito in aderenza a fabbricati con caratteristiche simili. La struttura portante è in muratura mentre la struttura dei solai e dei tetti è in legno. Al piano terra presenta un portico che si affaccia su corso Mazzini e ai piani primo e secondo, come spesso accade in centro storico, propone una pianta irregolare, una scala centrale e un tetto a due falde.

La casa, di dimensioni ridotte e un prospetto armonico di ispirazione neoclassica, presenta più fasi costruttive. Il corpo principale dell’edificio, che si estende dalla facciata al vano scale, venne realizzato tra il 1840 e il 1847 su progetto dell’ingegnere Giacomo Santarelli, importante progettista locale che ricoprì anche il ruolo di ingegnere comunale. Del Santarelli vogliamo ricordare: il Foro annonario di piazza Cavour, il restauro e l’ampliamento del teatro comunale (oggi scomparso), la Barriera Cotogni (oggi scomparsa) in fondo all’attuale corso Della Repubblica, la cancellata del monumento alla Madonna del  Fuoco (nella sede di piazza Maggiore).

Ornano i marcapiani fregi decorativi in terracotta con metope triglifi e girali fitoforme abitate da grifoni e chimere. Le finestre sono ornate alla sommità da lunette con bassorilievi in terracotta raffiguranti le scienze e le arti e lastre nella parte inferiore con festoni di quercia e alloro. Tali decorazioni furono eseguite dallo scultore modenese L. Righi (Soliera 1810-Modena 1885) esperto nella lavorazione della terracotta e dello stucco. Autore inoltre dei bassorilievi posti nella facciata del Mercato Coperto di Forlì; così come nel Foro Annonario e nel Teatro Storchi di Modena.

La porzione di edificio realizzata in ampliamento si estende fino al prospetto posteriore dove presenta una facciata semplice e pulita. La famiglia Godoli e l’associazione Don Pippo, attuali proprietari, hanno sottoposto l’intero immobile ad un importante restauro concluso nel 2020..

Casa Pettini Giovannetti. La facciata prima dei restauri.

IL RESTAURO

L’intervento di restauro, realizzato dalla progettazione fino alla direzione lavori dagli architetti Daniele Valentini e Marco Mercuri, oltre all’adeguamento strutturale seguito dall’ing. Luca Depedri, aveva come obiettivo la messa in sicurezza dell’edificio e il recupero della facciata in tutte le sue declinazioni, attraverso un attento risarcimento dei materiali in stato di degrado e la loro integrazione con materiali compatibili al fine di restituire il prospetto dell’edificio consolidato, risarcito ed integrato con le coloriture e le vibrazioni cromatiche delle partiture architettoniche e scultoree emerse nella campagna dei sondaggi, eseguite dal Laboratorio del Restauro di Ravenna guidato dalla dott.sa Ada Foschini, che ha poi provveduto all’intervento di restauro.

Specchiature di fondo e paraste – L’intonaco risultava distaccato in vari punti e con porzioni mancanti; le fessurazioni, dovute a marcate lesioni, erano presenti dal sottogronda fino al primo piano e hanno richiesto la demolizione dell’intonaco completamente sbollato e distaccato dal sottofondo in mattone a cui è seguita la spazzolatura della muratura per rimuovere polvere e detriti incoerenti. Il risarcimento delle vaste lacune è stato eseguito con malta a base di calce idraulica. La tinteggiatura eseguita sulla base delle cromie ritrovate durante i saggi sia nelle paraste che nelle specchiature ha avuto inizio con l’applicazione preliminare a pennello di un prodotto fissativo, sono poi state applicate due mani di tinta a base di calce di colore bianco seguite da varie stesure di velature a base di calce e pigmenti ed ossidi naturali nelle tonalità dell’avorio e ocra, sia nelle paraste che nelle specchiature.

Restauro di casa Pettini Giovannetti. Tavola di progetto.

Cornicione sottogronda e marcapiani – Il cornicione presenta formelle a fiore alternate a mensole. Le formelle avevano diversi punti di distacco che hanno reso necessaria una operazione di incollaggio per ristabilirne la stabilità. Per tale operazione è stata utilizzata una resina epossidica. Si è poi proceduto ad effettuare le ricostruzioni delle parti mancanti del cornicione (modanature mensole ecc.) utilizzando una malta apposita per il ripristino delle strutture in calcestruzzo o in malta cementizia.

Fasce marcapiano che incorniciano i fregi in cotto – I marcapiani, costituiti da una struttura aggettante in mattoni sagomati a cui è stato applicato uno strato di rivestimento in malta cementizia, presentavano ai vari livelli innumerevoli lacune determinate dalle cadute di parti di rivestimento di intonaco ed una vasta rete di fessurazioni concentrate nella zona centrale e nel lato destro dell’edificio. Fessurazioni e cadute erano la conseguenza dei movimenti strutturali profondi che hanno determinato un riassesto dell’edificio che si è propagato alle decorazioni esterne in cotto. L’ intervento di restauro si è articolato nelle seguenti operazioni: dopo l’incollaggio di quei frammenti che per le loro dimensioni potevano essere ricollocati con l’utilizzo di resina epossidica, sono stati asportati i laterizi in aggetto disgregati, insieme a tutte le parti incoerenti. Successivamente si è proceduto con la ricostruzione del laterizio mancante, in seguito è stato realizzato il riempimento delle lacune con malta idraulica, poi completata con uno strato di finitura realizzato con malta a base di calce. Infine è stata eseguita l’integrazione estetica delle varie superfici creando una nuova uniformità alla struttura.

Tinteggiatura finale – La tinteggiatura è stata eseguita con l’applicazione preliminare a pennello di un fissativo, per omogeneizzare le irregolarità del sottofondo dovute alla compresenza dell’ intonaco originale in malta cementizia e di diffusi risarcimenti successivi; sono seguite due mani di tinte a calce di colore bianco e una stesura di velatura della stessa cromia usata per le paraste, completata da una strato di velatura a patina applicata a pennello a base di calce e pigmenti naturali.

Fregi e bassorilievi in cotto – Sugli elementi in cotto è stata eseguita una accurata pulitura tramite impacchi a base di bicarbonato di ammonio dopo gli opportuni tempi di contatto sono stati rimossi. Sono così emerse numerose tracce di policromie, oltre a quelle già individuate durante gli iniziali saggi di scopritura, che conferivano in origine un importante vibrazione pittorica alla facciata dell’edificio. Completata la pulitura si è proceduto alla stuccatura delle fessurazioni e delle lacune con malta appositamente messa a punto. Diversi elementi decorativi ad altorilievo erano andati perduti, o irrimediabilmente danneggiati e sono stati riprodotti e successivamente reintegrati nelle posizioni originali. Si sono poi integrate le velature originale dei fregi e delle lunette proponendo le cromie originali sia dei fondi che delle sculture a rilievo.

Capitelli e colonne – I capitelli in arenaria presentavano le tipiche esfoliazioni e disgregazioni, con sensibili erosioni e mancanze agli spigoli, oltre a sedimenti diffusi e croste nere di recente genesi. L’intervento ha avuto inizio con una pulitura chimica eseguita con impacchi a base di bicarbonato di ammonio in soluzione satura in polpa di cellulosa e successiva rimozione e spazzolatura. Le colonne presentavano diffusi sedimenti dovuti sia a parziali ridipinture che a depositi carboniosi, per cui si è optato per una pulitura con micro sabbiatrice di precisione a bassa pressione e successiva rifinitura tramite idrolavaggi.

L’azione successiva è stata l’applicazione di silicato di etile, che ha permesso sia un consolidamento e una riaggregazione corticale generalizzati che una azione biodeteriogena e biocida. La tonalizzazione delle ricostruzioni con velature a base di silicato di etile e pigmenti ha completato l’intervento.

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