L’ALLUVIONE DEL POLESINE, NOVEMBRE 1951

L’alluvione del Polesine del 1951. Foto Life.

Occhiobello, Bosco, Malcantone, Polesella, Cavarzere, Adria, Rovigo, Ariano, Monticelli, Monselice, Loreo: sono solo alcuni dei centri della piana del Polesine che nel novembre del 1951 subirono ciò che agli occhi dei soccorritori sembrò il diluvio universale. La furia del fiume Po, che aveva rotto gli argini, rese quella terra un grande lago assassino dentro cui crollavano le case e morivano le bestie. Oltre un centinaio furono i morti. Oltre 1000 chilometri quadrati le terre inondate. Centottantamila gli sfollati. La fratellanza per le vittime della tragedia si amplificò enormemente e la solidarietà nazionale e internazionale ebbe modo di esprimersi in modo unico e commovente. Gli italiani, che ancora ricordavano le sofferenze della guerra, parteciparono in prima persona agli aiuti e accolsero nelle proprie case gli sfollati. Molti di questi non torneranno mai più nella loro povera e difficile terra.

Il magazzino vestiario allestito per gli alluvionati del Polesine nella palestra della scuola di viale Salinatore nel 1951.
La cucina di uno dei centri di accoglienza alluvionati del Polesine a Forlì nel 1951.

La città di Forlì intervenne in modo consistente e immediato. Fu organizzato un comitato operativo presieduto dal sindaco Simoncini e furono inviati sui luoghi del disastro numerose crocerossine, operai, agenti della Polizia, oltre a dieci autocarri, medicinali e vestiario. Furono allestiti due centri attrezzati per ospitare i profughi, per dare loro tre pasti e un luogo caldo dove vivere. Uno di questi era nella scuola di viale Salinatore dove la palestra fu trasformata in magazzino vestiario per contenere gli indumenti nuovi e usati donati dai forlivesi. Furono messi a disposizione tre barbieri e due calzolai, fu offerto un servizio medico e uno religioso. Si rese gratuito l’ingresso alle sale cinematografiche e allo stadio. Fondamentali furono i messaggi radio trasmessi ogni giorno dall’ufficio postale al fine di riunire i nuclei familiari.

Non siamo a conoscenza del totale delle presenze, ma nel volume assistenziale si contano 827 pacchi natalizi e otre 20mila capi di vestiario consegnati. I volontari forlivesi si impegnarono anche a rifocillare 1472 ospiti di passaggio alla stazione ferroviaria.

Il sottosegretario di Stato Giuseppe Brusasca, che soprintendeva per il Governo alle opere assistenziali, ringraziò il sindaco di Forlì con un telegramma: Esprimole nuovamente viva ammirazione et profonda gratitudine profughi Polesine et mia personale per magnifica generosa solidale ospitalità offerta Forlì vittime alluvioni scorso novembre.

L’albero di Natale per i bambini del Polesine ospitati a Forlì nel 1951.

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Video incorporato dal canale YouTube Archivio Luce Cinecittà

Per saperne di più:
http://polaris.irpi.cnr.it/14-novembre-1951-lalluvione-del-polesine/
Immagini tratte da Forlì, rivista di attività municipale, 1952.

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