Invornito è l’italianizzazione di un bellissimo termine romagnolo che a Forlì si pronuncia “invurnì”. Avremmo mangiato meglio se quell’invornito non si fosse dimenticato di spegnere i fornelli. Chi è l’invornito? O meglio, cos’è un invornito? La parola non è contemplata dai dizionari d’Italiano perché si tratta, come si diceva poc’anzi, di un termine derivato dal dialetto di Romagna. Il suo significato è: stordito, intontito, inesperto. Tonto. Anche alticcio e in preda ai fumi dell’alcol. Alcol appunto perché, semplicisticamente, l’origine pare essere il volgare ebrionia da cui sbornia, imburnì, invurnì. Interessante è: non fare l’invornito, nel senso di: non far finta di non capire, non fare il furbo.
In fin dei conti l’invornito ci appare come una persona simpatica e inebriata da qualcosa che ama spassionatamente al punto di perdercisi dentro. L’affetto che sprigiona il termine, che per altro viene utilizzato con piacevole frequenza, ha creato attorno a sé un mondo goliardico/culturale interessante. Ed ecco nascere L’ “Académia d’Invurnì ” di Castrocaro (appassionati di cucina romagnola) i cui scopi legarono i soci alla promozione del territorio e il “Motoinvorniti club“, germogliato dall’ardente passione di un gruppo di amici per organizzare le moto-cavalcate del fine settimana: e ora molto di più.
Il verbo invurni(r): invornire, cioè intontire, ha un simpatico opposto che è il termine: svurni(r). Il suo significato è svornire, cioè aprire la mente, scaltrire, snebbiare. E addirittura liberare da pregiudizi.
Bibliografia:
Libero Ercolani. Nuovo Vocabolario Romagnolo Italiano – Italiano Romagnolo. Edizioni del Girasole. Ravenna, 1994.
Gianni Quondamatteo. Dizionario Romagnolo (ragionato). Volume 1. Tipolito La Pieve. Villa Verucchio (FO), 1982.
Gilberto Casadio. Vocabolario Etimologico Romagnol. Associazione “Istituto Friedrich Schurr”. Editrice La Mandragora. Imola, 2008.