
Toponimo molto diffuso – scrive Antonio Polloni – dal latino classico “cella”, all’italiano “piccola camera”. Nel suo sviluppo storico non sempre cella ebbe ed ha significato solo religioso: un’iscrizione cristiana parla ancora di “cella binaria”(cantina vinaria). In pieno Medio Evo cella significò “piccola azienda agricola” dipendente dalla Badia o grangia, lavorata dai cellulari. Le forme popolarmente derivate sono numerose: dal latino cella si fece cellula, cellola, celola, celula ciula e ciola, zola, zula, con passaggi non sempre chiari e legittimi.
Anche Giovan Battista Pellegrini su “Toponomastica Italiana” parla di Cella come di un toponimo frequente e indica: Cella (CR) forse oratorio, Cellatica (BS) deposito di alimenti, Cella (VT) cavità naturale o artificiale adibita a dispensa, Cella (CZ) di eremita… Fa invece derivare dallo sloveno celina, terra incolta, il nome della scomparsa villa Celle.